Italian professor and poet Giovanna Demarchi studied classical literature in Bologna. For more than ten years her poems have described her idiosincratic take on what separates body, nature and mind.

DESIDERARE: SPROFONDAMENTO

Rintocco a maiore del desiderio tenuto distante metronomo di sangue che batte alle tue spalle, che bussa alla tua schiena. Schiudimi, o passante, il tuo legno di porta misteriosa e pregiate illusioni sprofondo nell'istante geometrico del colpo e del cardine sonante che, posto sul tuo collo, in realtà tace.

DESIDERARE: EQUILIBRIO

Nel colmo della terra all'imbrunire come un osso scende il mio amore e fa un petto nuovo e segreto a cui chiamare ogni cosa vista, in cui celare sempre uguale il cuore. Con mani d'orizzonte raccolgo l'alba e tocco e veglio le suole ignare di tutte quante ho desiderato: sentimento prescelto, negli occhi di un Odisseo che mai è sbarcato, lo smarrimento nel mare dorato della dolcezza dei miei desideri; camminate nel peso e nella luce dell'aria orientando nella tenebra sottostante il mio volto, ago della bilancia della terra.

A QUELLA CELESTE

Consigliare è un mestiere roccioso: la liquidità delle viscere coinvolta e convogliata in un sistema di dighe e suture nell'anima lascia spazio ad una litogenesi di saggezze, algoritmo che impone freddezza al meccanismo degli occhi -dolce freddezzacura nella voce ritmo all'induzione. ...perchè il tuo freddo è simile al mio, ma poco più intenso, il tuo è un chiedere di silenzio senza parole nelle forme levigate e acquose di un notturno sfinimento di affetti e sostanze. Somigli molto a un sasso di fiume che intensifica e lucida il suo aspetto nel pianto sei un volto di spigolo bianco che tende al grigio e all'azzurro. Ti preoccupi troppo del completamento e nel torrente che rotola non dstingui il tuo spostamento. Tu mi chiedi cosa sia questo luogo che altrove si descrive come rosso, denso, pulsante. Sono d'obbligo certe parole quando si parla di significato di percorso, ma se dovessi significare ciò che in questo luogo mi viene dato e ciò che mi viene tolto dovrei fare una parola nuova per dirti una verità che non conosco. Non mento dicendone 'sangue', 'vino', 'calore', ma per te niente oracoli e fuochi allucinatori, perchè il calore ha a che fare con la decomposizione e la dissoluzione mentre il gelo conserva e sul ricordo ho bisogno che un moderato freddo si posi. É il rapporto diretto tra compagnia e solitudine è l'equidistanza dall'amore e dal dolore è la luce fredda e dolce di quando a marzo piove con il sole.

LETTERA

Tu che esisti, oggetto affilato, spiegami che sapore nasconde il mio sangue e come le montagne rintuzzate diventano granelli di sabbia che i tramonti segmentano ancora. Come la spezzi la materia? Come diffondi il Rosso sul Bianco senza sbavature? Come poni fine all'astratto e al concreto? Spiegamelo con gentilezza e usa parole liquide e curve, se puoi, che già conosco il tuo taglio in altri modi.

TAGLIARSI

Le falesie dei denti da cui ciascuna mia parola azzarda il salto e schianta, disossata, nel sale turchese della sua Inghilterra -ci andò per la prima volta che era bambina...- ammutoliscono. Era prevedibile stritolare dove i colori impattano sterilizzando le sfumature. Blu esponenziale precipita in tre dimensioni verso se stesso. Bianco parabolico sprofonda calcitico verso l'infinito. Si raffreddano millenariamente sulla lama di un coltello che ho usato.